
Il 29 ottobre si celebra la Giornata mondiale dell’ictus (World Stroke Day), malattia cerebrovascolare acuta causata dall’improvvisa ostruzione (da parte di un trombo o di un embolo, ictus ischemico) oppure dalla rottura di un vaso sanguigno che irrora l’encefalo (ictus emorragico). La mortalità per ictus è del 20-30% a 30 giorni dall’evento e del 40-50% a distanza di un anno, mentre il 75% dei pazienti sopravvissuti presenta qualche forma di disabilità che nella metà dei casi comporta perdita dell’autosufficienza. La prevalenza e l’incidenza dell’ictus aumentano con l’età, in particolare a partire dai 55 anni; dopo i 65 anni l’aumento dell’incidenza è esponenziale. L’ictus rappresenta un’importante problematica di salute pubblica per la sua diffusione nella popolazione e per la gravità delle conseguenze sulle persone colpite e comporta spesso un notevole coinvolgimento dei familiari del paziente e dei caregiver con rilevanti costi economici e sociali.
SEGNI
Altri segni che possono aiutare nella identificazione dell’ictus sono:
- improvvisa perdita di sensibilità alla metà inferiore del viso, al braccio e/o alla gamba di un lato del corpo
- improvvisi disturbi visivi a carico di uno o di entrambi gli occhi
- improvvisa perdita di coordinazione dei movimenti, sensazione di vertigine, di sbandamento o caduta a terra
- improvviso mal di testa lancinante e inconsueto
- improvvisa incapacità di comprendere cosa dicono le altre persone
- nei casi più gravi può esservi un’alterazione dello stato di coscienza

SINTOMI
È fondamentale riconoscere immediatamente i sintomi dell’ictus (o del TIA) per poter intervenire quanto prima possibile attraverso la chiamata al 112 e il successivo trasporto urgente in un ospedale ove si effettuano le cure specialistiche dell’ictus (Centri Ictus o Stroke Unit).
Questo consente di salvare vite e di limitare la comparsa di disabilità. I sintomi principali, che si manifestano improvvisamente, sono:
- paresi/paralisi facciale centrale, quando la metà inferiore di un lato del viso non si muove bene come l’altra o non si muove, con asimmetria della bocca (“bocca storta”, più evidente quando il paziente prova a sorridere)
- deficit motorio di uno o entrambi gli arti di un lato del corpo, quando il braccio e/o la gamba di un lato del corpo presentano una riduzione della motilità di entità variabile se confrontati con quelli dell’altro lato del corpo, con incapacità di sollevare un braccio o di mantenerlo alzato allo stesso livello dell’altro e/o difficoltà a muovere una gamba
- difficoltà nel linguaggio, quando il paziente strascica le parole o usa parole inappropriate o incomprensibili o è incapace di parlare.
L’alterazione anche di uno solo dei tre segni è altamente suggestiva per un ictus. È importante annotare l’orario della comparsa dei primi sintomi perché presso ospedali specializzati, dotati di “stroke unit”, è possibile sottoporre il paziente colpito da ictus ischemico ad una terapia con trombolisi (cioè che scioglie l’eventuale trombo) endovenosa o con approccio endovascolare entro 4.5-6 ore dall’esordio dei sintomi.
FAST
L’acronimo FAST, usato dagli americani, consente di ricordare facilmente alcuni test da fare nel sospetto che una persona sia stata colpita da un ictus (Cincinnati Prehospital Stroke Scale):
- F (come Face: faccia): chiedere alla persona di sorridere e osservare se un angolo della bocca non si solleva o “cade” e la bocca appare “storta”;
- A (come Arms: braccia): chiedere alla persona di alzare entrambe le braccia e osservare se presenta difficoltà/incapacità a sollevare un braccio o a mantenerlo alzato allo stesso livello dell’altro;
- S (come Speech: linguaggio): chiedere alla persona di ripetere una frase semplice e valutare se il suo modo di parlare risulti strano (parole senza senso) o biascicato;
- T (come Time: tempo): se è presente uno qualunque di questi segni, bisogna CHIAMARE IMMEDIATAMENTE IL 112.
È fondamentale evitare di perdere tempo:
- NON aspettare di vedere se i sintomi migliorano spontaneamente;
- NON chiamare e non recarsi dal medico di medicina generale (MMG) o dalla Guardia Medica;
- NON recarsi in Pronto Soccorso con mezzi propri, anche per evitare di presentarsi in un Ospedale dove non sia disponibile almeno il trattamento trombolitico per via endovenosa.
Fonte: Ministero Della Salute
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