Le infiltrazioni endoarticolari consistono nell’introduzione di sostanze terapeutiche (tra i più utilizzati: acido ialuronico, cortisone, anestetici locali ) all’interno di un’articolazione a scopo antalgico e/o curativo. In alcuni casi, può rendersi utile o necessario utilizzare un ecografo per visualizzare il comparto da trattare: si parla, in questo caso, di infiltrazione ecoguidata ed infiltrazione eco assistita.
La dr.ssa Gloria Tiffany Culuvaris – Medico Chirurgo Specialista in Ortopedia e Traumatologia con Master in Ecografia Muscolo Scheletrica (Scuola Italiana di Ecografia Muscolo Scheletrica, Bologna) ed Ozonoterapeuta Certificato Ed Affiliato S.I.O.O.T. – ci spiega i dettagli e rimane a Vostra disposizione per dubbi, domande, chiarimenti
Indicazioni più frequenti:
- Condromalacia e artrosi (vari stadi)
- Lesioni meniscali non meritevoli in prima istanza di approccio chirurgico
- Artriti non settiche (ad esempio, artrite reumatoide)
- Stati infiammatori di varia natura senza segni clinici infettivi locali e/o sistemici (secrezione purulenta, iperpiressia)
- In associazione ad artrocentesi (svuotamento dell’articolazione)
Controindicazioni:
- assolute: allergie note al farmaco da utilizzare, infezioni locali o sistemiche, stati immunosoppressivi o terapie immunosoppressive in atto, gravidanza o allattamento, protesi articolari allocate in sede da infiltrare
- relative: terapia anticoagulante o antiaggregante (valutarne l’eventuale sospensione e, se necessario, utilizzo di eparine a basso peso molecolare per limitare il rischio di sanguinamento legato alla procedura), diabete scompensato (nel caso si ipotizzi l’uso di cortisone)
Prodotti più utilizzati:
- acido ialuronico (viscosupplementazione):
essendo un glicosaminoglicano, esso è altamente solubile in ambiente acquoso, pertanto è in grado di “trattenere acqua” ed altre molecole che nutrono la cartilagine articolare e lo rendono un ottimo “ammortizzatore delle articolazioni” (infatti è una componente fisiologica già presente nelle nostre articolazioni). In commercio ne esistono di varie tipologie e caratteristiche (basso, medio ed alto peso molecolare, cross linkato e non), per soddisfare le problematiche cliniche e i quadri strumentali più svariati, a scopo antalgico e curativo, soprattutto nella patologia meniscale, rotulea e nell’artrosi di lieve- media entità.
- corticosteroidi:
è insolubile, pertanto permane nel contesto articolare per un medio- lungo periodo e si utilizza soprattutto a scopo antalgico ed antinfiammatorio, associato o meo all’utilizzo di anestetico locale. Talvolta si può associare ad un’artrocentesi (svuotamento dell’articolazione da liquido sieroso, o siero ematico) se l’articolazione è particolarmente tumefatta.
In commercio esistono numerose tipologie di corticosteroide ad uso intrarticolare, la cui scelta è subordinata al medico che si occuperà della procedura.
Procedura:
- preparazione dell’area da infiltrare (campo sterile):
disinfezione accurata cutanea con clorexidina e/o iodio povidone.
- scelta dell’ago:
subordinata alla zona da trattare (diversa lunghezza e diametro)
- scelta della via di accesso:
- Reperi visivi: clinicamente rilevabili (ginocchio, spalla, escluse alcune eccezioni);
- Reperi ecografici: ove la zona sia di difficile accesso (articolazione dell’anca), oppure nel contesto di strutture di dimensioni ridotte (piccole articolazioni, guaina tendinea). In questo caso, l’infiltrazione potrà essere ecoassistita: l’ecografo consente all’operatore di marcare i punti di ingresso, quindi si procede solo visivamente al trattamento, oppure ecoguidata: l’ecografo viene utilizzato per guidare l’ingresso dell’ago e per monitorare la procedura per tutta la sua durata.
Possibili complicanze:
le infiltrazioni articolari di sostanze terapeutiche possono talvolta causare sintomatologia dolorosa nelle ore successive al trattamento, pertanto si raccomanda l’applicazione di ghiaccio locale a cicli per le successive due ore, e riposo funzionale dalle 12 alle 48 ore (in base alla area trattata). Il ghiaccio previene anche la formazione di eventuali ecchimosi/ ematomi locali.
Le complicanze infettive sono di frequenza trascurabile, se si provvede ad un’adeguata preparazione del campo di lavoro e disinfezione della cute.
Particolare menzione come efficace trattamento infiltrativo è l’Ossigeno-Ozono Terapia. L’ozono è un gas che, in natura, si forma nell’atmosfera grazie a scariche elettriche che modificano la stabile struttura molecolare dell’ossigeno (O2), trasformandolo in O3. Ha un colore lievemente blu e un odore pungente. Una molecola di ozono è quindi formata da tre atomi di ossigeno ed è instabile: uno dei tre atomi tende infatti a separarsi per unirsi ad altre strutture molecolari, facendo ritornare la molecola di ossigeno (O2) alla sua forma stabile. Ma è proprio da questa instabilità che derivano le sue proprietà benefiche.
Sulla Terra infatti niente distrugge batteri e virus meglio dell’ozono. Può essere usato inoltre per eliminare, funghi, muffe, pesticidi, metalli pesanti, nitrati, nitriti e altre sostanze potenzialmente dannose. Grazie alla sua capacità di ossidazione, uccide i batteri attaccando la struttura molecolare delle loro membrane protettive e alterandone gli enzimi interni. Modificando la composizione molecolare di muffe, funghi e alghe, riesce ad annientarli. L’ozono è inoltre in grado di penetrare nelle strutture interne dei virus, danneggiando gli acidi nucleici virali e impedendo così la loro replicazione.
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