Il diabete è una malattia cronica che provoca iperglicemia, ossia un aumento eccessivo dei livelli di glucosio nel sangue ed è considerato un fattore di rischio per l’insorgenza di patologie cardiovascolari che possono degenerare nello scompenso cardiaco. 

Una Malattia Metabolica può essere causata sia dal mancato funzionamento di un enzima, a causa di una modifica strutturale o funzionale della proteina o del cofattore, o da alterazioni nei meccanismi di trasporto cellulare.

Ma qual è la relazione tra diabete, malattie metaboliche e scompenso cardiaco?

Che cos’è lo scompenso cardiaco?

Lo scompenso cardiaco si verifica quando il cuore non riesce a pompare un volume di sangue adeguato alle necessità dell’organismo e di un suo corretto funzionamento: la conseguenza è l’insufficienza di vari organi e distretti coinvolti, dai polmoni, al fegato, agli arti inferiori. Lo scompenso cardiaco interessa in particolare la parte sinistra del cuore, ma può verificarsi anche a destra e può manifestarsi in maniera cronica oppure acuta, se in relazione a infarto del miocardio o malfunzionamento di alcune strutture del cuore.

Quali sono i sintomi?

Ci sono alcuni campanelli d’allarme correlati allo scompenso cardiaco che possono essere facilmente riconosciuti: sintomi in base ai quali lo specialista richiede l’ecocardiogramma (ECG), esame fondamentale per la diagnosi e una serie di altri esami strumentali utili per ulteriori approfondimenti diagnostici.

In particolare, i sintomi caratteristici dello scompenso cardiaco sono:

Diabete e salute del cuore: quali correlazioni

L’aumento dei livelli di glucosio nel sangue provocato dal diabete ha a sua volta degli effetti negativi sulla salute delle arterie: provoca, infatti, lesioni che risultano poi alla base di eventi responsabili della cardiopatia ischemica cronica che può, nei casi peggiori, portare allo scompenso cardiaco. Le persone con diabete, inoltre, soffrono spesso anche di sindrome metabolica (presenza simultanea di tre fattori di rischio cardiovascolare quali, diabete, pressione alta e obesità), condizione che aumenta ulteriormente i rischi per la salute del cuore

Il diabete, insomma, implica una serie di alterazioni metaboliche che, sommate, possono promuovere una compromissione della funzione miocardica di pompa fino a causare uno scompenso cardiaco. Molto spesso il paziente resta asintomatico per lungo tempo e giunge all’osservazione del cardiologo quando i sintomi sono avanzati. Per questo motivo è importante la prevenzione, pianificando visite ed esami mirati a controllare il proprio stato di salute ed essere tempestivi nella diagnosi.

Le cure per lo scompenso cardiaco

Per individuare le persone diabetiche a rischio di scompenso cardiaco e scongiurarne dunque l’insorgenza, è fondamentale la diagnosi precoce, possibile grazie alla collaborazione tra cardiologo e diabetologo e una presa in carico personalizzata, in cui la gestione terapeutica e di follow-up sia impostata in base alle esigenze cliniche della persona e agli eventuali ulteriori fattori di rischio che presenta. Avere evidenza del rischio cardiologico, infatti, permette sia di utilizzare per il trattamento del diabete farmaci che non aumentino il rischio di scompenso cardiaco, sia, in presenza di problemi cardiologici, una gestione adeguata dei farmaci per la pressione (o per altri disturbi) per non interferire con le cure per il diabete.

Lo scompenso cardiaco, in generale, necessita di cure che devono proseguire per tutto il corso della vita e che comportano un miglioramento delle prestazioni cardiache. Le cure per lo scompenso cardiaco prevedono abitualmente l’assunzione di farmaci e, nei casi più avanzati, necessitano l’impianto di un defibrillatore o un pace-maker bi-ventricolare.

Di recente, alcuni farmaci utilizzati per il diabete si sono dimostrati efficaci anche nella cura dello scompenso cardiaco (fonte: Linee guida europee dello scompenso cardiaco).

Diabete e scompenso cardiaco: fondamentale lo stile di vita

In generale, quando si parla di scompenso cardiaco il primo passo per una corretta prevenzione è limitare i fattori di rischio conclamati, tra cui:

È importante che la dieta sia il più possibile varia e preveda un apporto equilibrato delle sostanze nutritive. In particolar modo, è necessario ridurre il consumo di sale e di zucchero, ma anche di colesterolo e grassi saturi. Anche l’alcol, inoltre, contribuisce a un indebolimento del cuore. Per quanto riguarda l’attività fisica, il consiglio è svolgere più volte alla settimana un’attività aerobica, di intensità adeguata alla propria forma fisica e alle proprie condizioni cliniche. Per questo è sempre consigliato, in caso di problemi cardiologici, fare prima riferimento al medico. È poi anche opportuno eliminare il fumo.

Infine non bisogna dimenticare l’importanza del sonno tenendo sotto controllo anche eventuali problemi di russamento e apnee notturne.


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