Una definizione della malattia dal punto di vista medico riconosce l’artrosi come malattia articolare, con alterazioni regressive della cartilagine articolare, dei capi ossei articolari, della capsula, dei legamenti, della membrana sinoviale, dei muscoli e delle strutture tendinee periarticolari.
Anche se sono note numerose condizioni che favoriscono l’artrosi (malformazioni, traumi, malattie metaboliche), in Reumatologia una definizione di artrosi precisa e basata sulle cause non è ancora disponibile.
Esistono delle condizioni pre-artrosiche come gli esiti di frattura osteocondrale, la condromalacia, l’osteocondromatosi, l’osteo-necrosi, le lesioni dei menischi articolari, l’iperlassità dei legamenti. È poi noto che diverse malattie reumatiche si complicano nel loro decorso con un’artrosi (artrite reumatoide non evolutiva, artrite infettiva allo stadio degli esiti, gotta, condrocalcinosi articolare).
Si possono avere anche condizioni preartrosiche da cause extra-articolari come difetto dell’asse femorotibiale e difetto dell’asse dell’apparato rotuleo.
Le quattro principali manifestazioni cliniche dell’artrosi sono: dolore, rigidità, limitazioni funzionali, alterazioni strutturali e anatomiche.
Il dolore è forse la componente primaria nella presentazione clinica dell’artrosi. ll dolore da carico esprime la prevalenza di fattori meccanici nella sintomatologia presentata dal paziente. Un dolore di avvio indica la difficoltà dell’articolazione a raggiungere prontamente il regime di funzionamento (attrito interno). Un dolore notturno con caratteristiche di dolore spontaneo indica probabilmente un aumento della pressione endomidollare epifisaria.
La “somma di dolore” provocata nella collettività da questa malattia la fa collocare ai primi posti fra le sindromi dolorose ad elevato costo sociale.
Gli scopi del trattamento anti-artrosico devono essere individuati con precisione: modificare in senso favorevole l’evoluzione del processo artrosico; diminuire il dolore nelle fasi algiche; attenuare l’infiammazione nelle fasi flogistiche; salvaguardare il trofismo del complesso articolare; conservare la funzione essenzialmente in termini di movimenti finalizzati alle attività quotidiane o lavorative; vicariare la funzione quando questa è perduta; rendere disponibili al paziente le necessarie informazioni sul suo problema.
Un punto importante: non esiste cura dell’artrosi senza progetto riabilitativo. Terapia medica di protezione articolare e chinesiterapia mirata debbono essere utilizzate in combinazione per un migliore risultato.
Partiamo quindi aiutandoci eseguendo una serie di esercizi, accessibili a tutti e stando comodamente a casa propria, che troviamo nelle due schede allegate.
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