Nelle ultime settimane sempre più persone mi riferiscono la loro difficoltà nel vivere questo momento attuale che viene definito in diversi modi: “pausa “, “estraneità”, “isolamento”. Vivere e attraversare questo periodo è assai complicato ed ecco perché, spesso inconsapevolmente, ricerchiamo oggetti per riempire il vuoto causato dalla situazione odierna.
Un oggetto che utilizziamo per cercare di chiudere, come un tappo, il vuoto che viviamo è internet poiché in questo momento, più che mai, utilizzare il web è veramente a portata di mano. Quanto tempo oggi trascorriamo tra smartphone, tablet e pc? Perché ci ritroviamo a trascorrere ore in tal modo? Non esiste un’unica risposta bensì importante è comprendere cosa ci spinge a mettere in atto tali comportamenti ossia individuare le motivazioni superficiali e profonde. Tra le prime motivazioni vi sono: la facile reperibilità in quanto oggi essendo in casa l’intera famiglia si hanno sia a disposizione vari strumenti tecnologici, sia si possiede una grande quantità di connessione dati tra quelli dei singoli dispositivi ed eventuali linee wireless; l’ immediata utilizzabilità perché consente di trovare velocemente qualcosa in grado di combattere la noia giornaliera infatti nei vari social network vengono sponsorizzate varie attività dai giochi online ai corsi di vario genere che tengono impegnati generando interesse e piacere in grado di distrarre da quello che ci accade intorno. Tra le motivazioni più profonde vi sono il desiderio di migliorare la propria vita e l’ ottenere una persistente gratificazione dettata dai continui stimoli che riceviamo o a cui siamo esposti.
I comportamenti che oggi mettiamo in atto sono di vario genere, aventi come obiettivo un bisogno interiore di evadere, come:
-il continuo overload informativo su Google o altri motori di ricerca che consente di viaggiare con la mente verso realtà e futuri mai esplorati senza rimanere ancorati solamente alle notizie e agli aggiornamenti odierni;
– il giocare ai videogiochi consente sia di esternalizzare emozioni difficili da esprimere che personificare avatar aventi caratteristiche idealistiche perché spesso rappresentano chi vorremmo essere;
– l’utilizzo dei social network porta a renderci conto che nonostante tutto continuiamo ad esistere postando foto ricordo, post per attirare discussioni o stati che implicano commenti e magari la fatidica domanda :” Come stai?”;
– chattare ci permette di non sentirci soli dentro le quattro mura; se scriviamo ad amici o famigliari ci sentiamo uniti e l’unione ci dà speranza mentre quando chattiamo con persone estranee, contattate attraverso piattaforme di incontri, ci ritroviamo a scherzare del più e del meno per attirare l’attenzione altrui e fantasticare su un possibile appuntamento che speriamo non sia troppo tardivo.
L’uso di internet non è sempre pericoloso e non deve essere considerato un male poiché importante è l’uso che ne facciamo. Oggi questo potente strumento ci consente di “evadere” temporaneamente dalla situazione difficile che stiamo attraversando, regala sorrisi nel giocare con l’intera famiglia oppure nel condividere chat, emoziona nel ridurre le distanze nazionali o mondiali.
Internet ai tempi del Coronavirus è, sì un aiuto, ma importante è anche non dimenticarsi che la “felicità” che vorremmo davvero è accessibile solo dal nostro mondo interno.

Dott.ssa Noemi Gambini
Psicologa del Centro Medico San Magno
Centro Medico San Magno
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